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Opinioni sul ruolo del Presidente

Questa sezione esplora le opinioni di esperti e accademici sul ruolo del Presidente della Repubblica in Francia e in Italia, concentrandosi su temi come la centralizzazione del potere, il presidenzialismo e i dibattiti istituzionali contemporanei.

Intervista alla professoressa Anna Maria Lecis

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La prof.ssa Lecis risponde alle domande di Roberta Jannuzzi per Radio Radicale, sul ruolo del Presidente della Repubblica francese durante le crisi politiche, esaminando le possibili soluzioni offerte dalla Costituzione e confrontando la situazione attuale con precedenti storici. Si approfondiscono inoltre le tensioni interne al governo e i meccanismi di scioglimento dell’Assemblea Nazionale.

Intervista al Professor Guido Melis

Il prof. Melis risponde alle domande di Giuseppe Di Leo per radio Radicale, sulla trasformazione del ruolo del Presidente della Repubblica in Italia, dalla figura di garanzia e rappresentanza a un arbitro politico attivo. Si discutono i momenti storici chiave e si confrontano le differenze con il Presidente della Repubblica francese, sottolineando le sfide attuali legate al rispetto dell’equilibrio costituzionale.

Francia
Francia

Dibattiti sull'iper-Presidenza e il ruolo di Macron

Delphine Dulong, politologa, analizza la crisi politica in Francia, attribuendola alla Vᵉ Repubblica e a un approccio tecnocratico del potere che riduce il dibattito parlamentare a favore dei dati quantitativi. Critica la politica del "en même temps" di Emmanuel Macron che, formando governi senza un vero ancoraggio partitico, ha creato insiemi eterogenei privi di coerenza. Questa deriva presidenzialista, iniziata da De Gaulle nel 1962, ha trasformato il Presidente in un vero governatore, riducendo il ruolo del Primo Ministro. L'elezione del Presidente a suffragio universale nel 1965 ha amplificato questo fenomeno. I presidenti successivi hanno cercato di controllare Matignon, nominando personalità fedeli o politicamente deboli, e utilizzando la dissoluzione per manipolare la maggioranza parlamentare. Dulong invita a fermare questa deriva per ristabilire una vera deliberazione collettiva nel sistema politico francese.

Nathalie Segaunes, in un articolo su Le Monde, evidenzia come, nonostante i frequenti cambiamenti ministeriali sotto la presidenza di Emmanuel Macron, un gruppo ristretto di quattro alti funzionari rimanga costantemente al comando dello Stato. Questo gruppo, soprannominato la "bande dei quattro", è composto da Emmanuel Moulin, Bertrand Dumont, Jérôme Fournel e Alexis Kohler. Dal 2017, questi tre alti funzionari, vicini al potente segretario generale dell'Eliseo, Alexis Kohler, occupano posizioni di rilievo nell'alta amministrazione, garantendo la continuità della politica economica.

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Máriam Martínez-Bascuñán, in un articolo su El País, riflette sul lascito del presidente francese Emmanuel Macron. Sottolinea come Macron, inizialmente visto come un baluardo contro gli estremismi, abbia adottato un approccio al potere di stampo napoleonico, accentuando un presidenzialismo che ignora la cultura della negoziazione e del compromesso. Questa tendenza ha portato a una sorta di "monarchia repubblicana" che ha finito per consegnare le chiavi del governo a Marine Le Pen, rifiutando di esplorare maggioranze alternative a sinistra. L'autrice evidenzia che il modo in cui un leader esercita il potere definisce il suo lascito, e nel caso di Macron, questo si traduce in una Francia più polarizzata e meno incline al compromesso democratico.

Il Presidente della Repubblica come Garante della Costituzione

Dibattiti sulle riforme istituzionali e il potere del Presidente del Consiglio

Ernesto Bettinelli, nel suo saggio "Il ruolo di garanzia effettiva del Presidente della Repubblica (in un sistema politico che deraglia…)", analizza la posizione del Presidente della Repubblica nell'ordinamento italiano, sottolineando la sua funzione di garante supremo della Costituzione e dell'unità nazionale. Egli evidenzia come il Presidente, pur essendo un organo monocratico, svolga un duplice ruolo: quello di Capo dello Stato e quello di rappresentante dell'unità nazionale. Bettinelli critica l'interpretazione del Presidente come mero "potere neutro", sostenendo che tale visione è insufficiente poiché presuppone un sistema politico stabile, mentre la realtà può presentare situazioni di crisi o deviazioni dalle norme costituzionali. Pertanto, il Presidente deve esercitare un ruolo attivo di garanzia, intervenendo quando necessario per assicurare il rispetto della Costituzione e prevenire derive autoritarie o violazioni dei diritti fondamentali.

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Allan Kaval e Philippe Ricard, in un articolo su Le Monde, descrivono l'atmosfera tesa tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron durante il vertice del G7 tenutosi il 13 giugno 2024. Dopo le elezioni europee, la presidente del Consiglio italiana, alla ricerca di alleanze con Marine Le Pen a Bruxelles, ha accolto freddamente il presidente francese, considerato uno dei principali sconfitti del recente scrutinio insieme al cancelliere tedesco Olaf Scholz. Al contrario, Meloni ha mostrato maggiore cordialità nei confronti del presidente americano Joe Biden e del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Inoltre, una disputa con Macron riguardante l'omissione di un riferimento esplicito al diritto all'aborto nel progetto di comunicato finale ha ulteriormente evidenziato le tensioni tra i due leader.

Jean-Pierre Darnis confronta il ruolo del presidente italiano con quello francese, sottolineando come in Italia, pur essendo meno centrale, il presidente sia cruciale nella formazione del governo, soprattutto quando non esiste una maggioranza chiara. In Italia, il presidente ha un ruolo di garanzia e può influenzare le politiche internazionali, ma non esecutivo. In caso di crisi parlamentari, nomina un mandatario esplorativo per formare il governo. Darnis suggerisce che Macron, di fronte alla crisi politica in Francia, potrebbe ispirarsi al modello italiano, separando il ruolo di garanzia da quello esecutivo per stabilizzare la situazione.

Analisi comparata Francia e Italia

Due sistemi istituzionali messi a confronto

La Francia e l'Italia, pur essendo entrambe repubbliche parlamentari, presentano notevoli differenze nel modo in cui il potere esecutivo è organizzato e nel ruolo svolto dai rispettivi capi di stato.

 

Francia:
La Francia ha un sistema semi-presidenziale, in cui il Presidente della Repubblica ha un ruolo preminente. Sebbene il presidente condivida il potere esecutivo con il primo ministro e il governo, le sue prerogative sono significative. Il presidente francese è il capo dello stato e del governo nelle situazioni di coabitazione (quando il governo e il presidente appartengono a schieramenti politici diversi), ma la centralizzazione del potere sotto la sua autorità è evidente soprattutto con Emmanuel Macron. Il presidente ha il potere di nominare il primo ministro, sciogliere l'Assemblea Nazionale e convocare referendum. In pratica, la "iper-presidenza" è un concetto che descrive la tendenza del presidente a dominare il governo, portando la politica francese verso un modello più centralizzato e meno parlamentare.

 

Italia:

Il sistema italiano, pur essendo parlamentare, attribuisce una posizione cerimoniale al Presidente della Repubblica, che ha più un ruolo di garanzia e mediazione che di decisione politica diretta. Il presidente italiano è considerato un arbitro imparziale delle istituzioni e non è coinvolto attivamente nell'esercizio del potere esecutivo, che è affidato al presidente del Consiglio e al governo. Tuttavia, il presidente della Repubblica ha competenze fondamentali, come la nomina del presidente del Consiglio e la possibilità di sciogliere le camere. Il potere esecutivo è più frazionato e distribuito, con un'attenzione maggiore al controllo parlamentare.

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​Le differenze principali tra i due sistemi riguardano il grado di centralizzazione del potere. In Francia, il presidente esercita un potere molto più ampio, con un'influenza diretta sul governo e sul parlamento. In Italia, il presidente ha un ruolo più simbolico e neutrale, mentre il governo è decisamente più legato al parlamento.

Due modelli divergenti

Le riforme proposte in Italia, in particolare quelle legate alla figura del Presidente del Consiglio, e la discussione sull'iper-presidenza in Francia sono elementi chiave per comprendere le divergenze tra i due sistemi.

 

Italia:

In Italia, il dibattito sulle riforme istituzionali è stato molto vivace negli ultimi anni, in particolare con la proposta di riforma costituzionale sotto il governo di Giorgia Meloni. Queste riforme puntano a dare più potere al Presidente del Consiglio, rendendolo una figura simile a quella del Presidente della Repubblica in un sistema presidenziale, con maggiore autonomia nel prendere decisioni politiche cruciali. L'idea di un presidenzialismo o semipresidenzialismo in Italia ha sollevato numerosi dibattiti, in particolare riguardo a come un'eccessiva centralizzazione del potere potrebbe indebolire il sistema parlamentare e ridurre il pluralismo politico. Alcuni temono che l'accresciuto potere del Presidente del Consiglio possa condurre a una concentrazione di potere simile a quella che alcuni temono in Francia.

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Francia:
In Francia, l’idea dell'iper-presidenza ha trovato maggiore espressione durante il mandato di Emmanuel Macron. Con la sua elezione, Macron ha consolidato il potere esecutivo nelle sue mani, riducendo la partecipazione parlamentare nella gestione del governo. La sua visione politica si è mossa in direzione di un presidente forte, capace di prendere decisioni rapide e decise, soprattutto in tempi di crisi (ad esempio, la gestione della pandemia di COVID-19). Questo approccio ha suscitato critiche da parte di alcuni osservatori, che lo vedono come un allontanamento dai principi di una democrazia parlamentare. Il dibattito in Francia è quindi incentrato sul bilanciamento tra un presidente forte e la necessità di mantenere un sistema democratico che non concentri troppo potere nelle mani di un singolo individuo.

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​Le riforme italiane e il dibattito sull'iper-presidenza in Francia mostrano due visioni contrastanti. Mentre in Italia la tendenza è quella di rafforzare il potere del governo, possibilmente a scapito della centralità del parlamento, in Francia l'iper-presidenza ha già avuto luogo, con la figura del presidente che ha guadagnato maggiore centralità nelle decisioni politiche. Entrambi i modelli, però, sollevano preoccupazioni sulla possibile erosione dei meccanismi di controllo e bilanciamento che dovrebbero caratterizzare un sistema democratico sano.

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